Il Vicedirettore Scientifico Giorgio Arcara ci parla di Riserva Cognitiva e di come tenere il cervello allenato potrebbe proteggerlo da patologie e deterioramento.

La Riserva Cognitiva come strumento di difesa dell’invecchiamento

Potrebbe sembrare banale, ma se gli studi riuscissero a dimostrarlo in modo inequivocabile quello della riserva cognitiva come strumento di “difesa” dell’invecchiamento del nostro cervello potrebbe essere uno studio rivoluzionario con enormi ripercussioni soprattutto a livello sanitario e sociale: invecchia meglio e,  se colpito da malattia reagisce meglio, il cervello di chi lo allena di più.

Un bagaglio di esperienze e attività accumulate

Un lavoro intellettuale, lo sviluppo di hobby e interessi artistici, un percorso di studi avanzato… sembrerebbe infatti esserci una correlazione tra esperienze e attività accumulate nella vita rispetto all’evoluzione di una malattia neurodegenerativa o addirittura rispetto al suo insorgere o meno in un paziente.

La ricerca al San Camillo: come misurare la riserva cognitiva?

Uno dei temi che sono oggetto di ricerca all’IRCCS San Camillo riguarda proprio la “riserva cognitiva”. Insieme alle ricercatrici Sonia Montemurro e Sara Mondini nel Laboratorio di Neurofisiologia abbiamo indagato l’effetto della Riserva Cognitiva nella conservazione delle capacità cognitive di persone con Malattia di Alzheimer e con sintomi iniziali di deterioramento. I due gruppi sono stati sottoposti a diversi test cognitivi e la Riserva è stata misurata in diversi modi: da un lato con un test che registra solo il livello di scolarità e dall’altro lato con il CRI, un questionario che tiene conto non solo della scolarità, ma anche delle attività lavorative (più o meno impegnative a livello cognitivo) e del tempo libero.

I risultati

I risultati ci confermano che l’indice di misurazione della Riserva Cognitiva dovrebbe essere scelto a seconda della condizione clinica di un paziente. Infatti, dallo studio è emerso che il test a cui è consigliabile sottoporre le persone affette da Alzheimer è quello che misura esclusivamente il livello di scolarità, mentre il questionario CRI, che stima apprendimenti acquisiti in maniera più eterogenea e durante tutto il corso di vita, è più idoneo per le persone con declino cognitivo.

E’ ancora presto per trarre conclusioni definitive, quello della Riserva Cognitiva è un concetto ancora tutto da studiare, e al San Camillo i ricercatori lo osservano con particolare attenzione, ma è certo essere molto promettente.

Giorgio Arcara

Dott. Giorgio Arcara, Vicedirettore Scientifico, Responsabile di Linea 3 e Referente del Laboratorio di Neurofisiologia.

Per maggiori informazioni sull’attività scientifica del Dott. Arcara, visita la pagina del Laboratorio di Neurofisiologia.

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