Il Dott. Massimo Gion spiega il ruolo fondamentale della biobanca nella ricerca in malattie rare e in neuro-riabilitazione, sottolineando la sua importanza nel promuovere progetti di ricerca multicentrici e collaborazioni interdisciplinari.

Un tesoro di informazioni: l’archivio biologico dell’IRCCS San Camillo

Oltre 2000 campioni biologici di malattie neurodegenerative dal Parkinson alla sclerosi multipla, da varie forme di demenza agli esiti di traumi o ictus. In 10 anni sono stati raccolti e conservati con cura campioni biologici di tante patologie prese in carico dall’ospedale Irccs San Camillo: un vero e proprio tesoro di informazioni sulle patologie del cervello che rappresenta una delle tante eccellenze dell’istituto lidense.

Sinergie strategiche con la Rete Nazionale delle Biobanche

Non isolata nella sua missione, la Biobanca del San Camillo si inserisce nella rete del BBMRI.it (Biobanking and BioMolecular Resources Research Infrastructure of Italy), parte della Rete Nazionale delle Biobanche. Questa alleanza strategica, supportata dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute, standardizza le procedure e stimola l’avvio di progetti di ricerca multicentrici, ottimizzando l’uso di ogni campione biologico.

Progetti di ricerca multicentrici e condivisione di conoscenze

Più che un semplice deposito, la Biobanca dell’Ospedale San Camillo punta ad amplificare la sua rilevanza attraverso il sostegno a progetti di ricerca multicentrici. Questo si traduce in un aumento dei campioni biologici raccolti e una più ampia condivisione di informazioni, tutto entro un quadro di intensa e collaborazione. L’obiettivo è catalizzare la condivisione di informazioni, arricchendo così il panorama di conoscenze e approfondendo la comprensione di malattie complesse.

Una ricerca più veloce e precisa per combattere Malattie Rare e Neurodegenerative

Supponiamo di dover affrontare un nuovo studio incentrato sulla possibilità di poter sviluppare, dopo alcuni anni, una malattia neurodegenerativa come l’Alzheimer: dopo dieci anni quali soggetti sono a rischio? In che percentuali?

Per studiare quello che in medicina è definito “marcatore” – ovvero una caratteristica misurabile e quantificabile che può essere utilizzata per diagnosticare o monitorare l’evoluzione di una malattia – sarebbe necessario raccogliere dei campioni e poi attendere dieci anni. Con la Biobanca, invece, le informazioni e i campioni sono già disponibili a priori e custoditi rispettando dei severi controlli qualitativi di stabilità e veridicità. Questo non accelera la ricerca di pochi anni, ma di decenni, catalizzando potenzialmente nuove scoperte e applicazioni pratiche nella lotta contro le malattie rare e le malattie neurodegenerative.

Massimo Gion

Dott. Massimo Gion, Responsabile della Biobanca “Malattie Rare e Neuro Riabilitazione” (BBMRNR) dell’IRCCS San Camillo.

Per maggiori informazioni sull’attività scientifica del Dott. Gion, visita la pagina della Biobanca “Malattie Rare e Neuro Riabilitazione” (BBMRNR).

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